Una triste “favola” massonica

a cura di Pasquale A. Di Todaro

Roma – Il racconto che segue potrebbe sembrare un pamphlet, ma  in concreto è la verità di quanto realmente accaduto ad alcuni fratelli che hanno avuto la sventura lungo il loro percorso iniziatico, di imbattersi in una obbedienza (il minuscolo è d’obbligo) denominata, pomposamente, “Gran Loggia Nazionale Antichi Massoni d’Italia” il cui Gran Maestro è  Tommaso Capoccia.

Alcuni anni fa, la Loggia Acacia, allora Loggia di San Giovanni, prese in affitto i locali ove esisteva il Tempio, di proprietà del Tommaso Capoccia ma, è bene precisare, solo il Tempio era intatto e miseramente arredato mentre, gli altri locali, contenevano una enorme massa di rifiuti. Ad esempio all’entrata, ove attualmente sono presenti due divani letto, un tavolo con ripiano di vetro, un mobile intagliato ed una grande specchiera, vi era una camera da pranzo laccata, di colore nero, mentre dove attualmente è allocata la stanza del G.M. e della Gran (?!) Segreteria, ora è arredata con una scrivania Luigi XV, tre poltrone dello stesso stile, un tavolo tondo antico con sei sedie, anch’esse antiche e con una imbottitura di colore rosso, ed a cui hanno aggiunto (con un gusto che si sarebbe potuto fare a meno), un mobile di una sala da pranzo dozzinale che stride violentemente con l’arredamento antico. Nel salone invece, vi era un deposito di suppellettili rotte, frigoriferi rotti, e tanta, tanta immondizia che, per ripulirla c’è stato bisogno di circa tre camioncini per avviare il tutto alla discarica.

Prima che ripulissimo il tutto, ci fu un tentativo di furto che danneggiò alcune tapparelle in ferro e, malgrado i ladri fossero penetrati all’interno dei locali, non fu asportato nulla anche perché il contenuto dell’immobile non aveva alcunché di valore ma solo immondizia e mobili rotti, e fu a quel punto che, disgraziatamente, malgrado la pomposa etichetta di  “Gran Loggia Nazionale Antichi Massoni d’Italia”, composta di  fatto da una sola Loggia frequentata di tanto in tanto da 4 o 5 fratelli a Roma, ed una più corposa Loggia a Cosenza e con l’obbedienza (?!) prettamente maschile, ci fu proposto di aderire alla loro “associazione” malgrado l’Acacia fosse una Loggia mista.

Malauguratamente, i componenti la Loggia Acacia, accettarono.

Si decise allora di rimettere in sesto tutto il complesso dividendo le spese al 50%,  che successivamente  si sarebbero recuperate ma, l’unico che le ha effettivamente recuperate, è il G.M. Tommaso Capoccia anche perché, negli ultimi due anni tra capitazioni, regolarizzazioni, passaggi ed iniziazioni, gli sono stati versati, come Loggia Acacia, circa 18.000,oo (diciottomila) euro.

Per qualche tempo tutto è filato liscio. Eravamo portati ad esempio, ci ricoprivano di riconoscimenti per fare la cosiddetta “ammuina” ma, la rottura, si è avuta quando un fratello (?!), un certo Paolo Maria che si fregiava del titolo di Venerabile di una Loggia, la “Leonardo da Vinci”, composta da sé stesso, da un maestro e da un apprendista … (ma al mio paese si può chiamare tutt’al più “triangolo” ma non Loggia), si presentò accompagnato dalla moglie sul posto di lavoro di una sorella che era stata iniziata il giorno prima, ed iniziò una manovra di demolizione consigliandole di chiedere l’exeat e passare nella sua  Loggia (?!). Da tenere presente che la sorella non sapeva neanche cosa significasse la parola exeat e che comunque, disorientata, chiese lumi al sottoscritto che ricopriva la carica di Gran Maestro aggiunto.

La questione fu portata all’attenzione del Gran Maestro che, per tutta risposta, cercò di difendere questo personaggio che, quando venne a richiedere la regolarizzazione presso l’obbedienza, vendette tanto e, solo fumo, asserendo che avrebbe portato altri fratelli anch’essi fuoriusciti da altra obbedienza. Morale: non era vero niente! Da solo venne e da solo rimase. A farla breve, siccome l’Acacia era piuttosto corposa, cercavano di sottrarre elementi per dare forza e vigore ad una pseudo Loggia.

Ed arriviamo, con la favola, al settembre 2015. (continua)

sommario delle prossime puntate: lettera di richiesta, disattesa, dei dati sensibili (indirizzi mail, recapiti telefonici e di residenza, testamenti (che per regolarità andrebbero bruciati e non conservati), foto ed eventuali certificati penali e quant’altro previsto dalle vigenti leggi) dei componenti la loggia Acacia; lettera di richiesta del 50% del costo degli arredamenti sostenuti dalla Loggia Acacia; riflessioni su presunta lettera anonima e richiamo alla legge Anselmi; mail chiarificatrice di un fratello, non facente più parte per sua scelta della Loggia Acacia, che smentisce categoricamente ed invita a querelare (cosa che verrà fatta all’apertura delle sedi giudiziarie dopo la pausa estiva), chi ha messo in atto la calunnia contro lo scrivente; brevi cenni a documenti del SUPREMO CONSIGLIO del 33:. ed ULT:. GR:. PER L’ITALIA E DELL’EUROPA UNITA del 24 ottobre 2006 ed altri del 02 novembre 2007 della Gran Loggia del Grande Oriente Italiano di piazza del Gesù e tanto altro ancora.

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