Vera Massoneria o qualcosa d’altro? Una triste “favola” massonica (2.a parte).

di Pasquale A. Di Todaro

UNA TRISTE “FAVOLA” MASSONICA

2° puntata 

… (segue dalla prima puntata) … Durante una tornata rituale di iniziazione di un profano nella Loggia Acacia a cui il G.M. Tommaso Capoccia partecipò, volle ricoprire, data l’assenza della sorella primo Sorvegliante, tale ruolo. In quella occasione si rese conto di come la Loggia lavorava e che lui non condivideva. I rituali che l’Acacia usava ed usa, erano quelli del G.O.I. di Palazzo Giustiniani che prevedono che i fratelli entrino nel Tempio girando in senso orario e “caricando” il Tempio dopo che, naturalmente, i tre dignitari (Venerabile, 1° e 2° Sorvegliante hanno a loro volta “squadrato”) e, all’uscita, girando in senso antiorario, lo “scaricano”.

Ebbene, cosa pretendeva il G.M.? Che le luci del Venerabile, del primo, del secondo ed il testimone venissero accese prima, che i dignitari occupassero i loro posti, e solo allora i fratelli dovevano entrare uno alla volta, fare i tre passi, salutare i dignitari e dirigersi al proprio posto senza “caricare” il Tempio e alla fine del lavori, lasciare il Tempio uno per uno singolarmente, e “salutare” le luci dei candelabri rimasti accesi. Ma perché allora i dignitari non salutavano all’entrata nel Tempio le fiamme delle candele visto che erano accese prima di occupare i loro posti? Semplicemente demenziale “salutare” le fiamme delle candele rimaste accese mentre, al termine dei lavori, dovrebbero essere spente in quanto, dopo la chiusura del Libro Sacro e la rimozione del Quadro di Loggia, i lavori sono CHIUSI!

A farla breve, il Venerabile, conscio della sovranità della Loggia, ignorò le proteste del G.M. (fuori luogo in quanto l’unico depositario della regolarità dei lavori nel Tempio è l’Oratore), e continuò i lavori ritualmente anche in mancanza dell’armonia necessaria e che un G.M. che si ritenga, ma soprattutto, che sia tale, avrebbe dovuto avere un diverso comportamento. Ma l’errore, secondo me, lo commise l’Oratore in quanto avrebbe dovuto far sospendere i lavori e chiedere di “coprire” il Tempio al primo Sorvegliante.

E questa fu la classica “goccia”. Tutti i fratelli dell’Acacia decisero, unanimemente, che non era più il caso di continuare a far parte dell’obbedienza degli “Antichi massoni d’Italia” e da qui, inizia la tattica del dileggio e delle calunnie pur comprendendo, ma non giustificando, che con la fuoriuscita della Loggia Acacia gli “Antichi massoni d’Italia” si sarebbero, e si sono, ritrovati solamente con la Loggia Platone e con (loro la chiamano Loggia), la “Leonardo da Vinci” che ha come Venerabile il fratello (?!) Paola Maria di cui abbiamo scritto nella prima puntata, a Roma, ed un’altra a Cosenza.

Un giorno, durante una telefonata con un fratello della Loggia Platone, questi mi dice che gira voce che sarei stato il mandante di una lettera anonima al superiore di un fratello, nella quale lo si tacciava di mafioso e massone, e di essere stato anche l’autore di una soffiata alla Guardia di Finanza che, contemporaneamente, ha svolto accertamenti presso il bar tavola calda di proprietà del Gran Maestro Tommaso Capoccia. Casco dalle nuvole anche perché sono abituato a non nascondermi mai ed assumermi sempre le mie responsabilità e che proprio per questi motivi mi sono state affibbiate querele per aver difeso, pubblicamente e con tanto di firma sul quotidiano on line di mia proprietà www.expressitalia.it, il posto di lavoro di alcuni fratelli, ma poi, ripensandoci a mente fredda, mi pongo due domande:

1) Il fratello sostiene che il suo superiore, nella vita profana e lavorativa, ha ricevuto questa fantomatica lettera anonima ma, conoscendo la persona, ci credo poco e comunque, di cosa si preoccupa? Se l’obbedienza (?!?) “Antichi massoni d’Italia” ha comunicato al Ministero, alla Prefettura ed alla Questura la sua costituzione, ha dovuto comunicare, in base alla legge Anselmi, anche i nomi del Sovrano, del Gran Maestro, dei Gran Maestri aggiunti, del Gran Tesoriere e del Gran Segretario ed essendo lui, Gran Maestro aggiunto, Gran Tesoriere, Gran Segretario e Gran Tesoriere e Gran Segretario anche nel rito oltre che nell’ordine (insomma è tutto e solo lui…) e, con altre cariche nello stesso rito ed in altre “associazioni” collegate, il suo nominativo è o dovrebbe essere pubblico. A meno che, alle autorità suesposte, non siano stati comunicati nomi diversi o mai aggiornati. E quindi?

2) E veniamo agli accertamenti della Guardia di Finanza. Il bar tavola calda, quindi un esercizio commerciale pubblico, è esente dai controlli della Guardia di Finanza solo perché è di proprietà del Gran Maestro degli “Antichi Massoni d’Italia? Non credo proprio!

Ultimamente ne han tirata fuori un’altra. Affermano che la Loggia Acacia per il passaggio di un compagno di cittadinanza peruviana al grado successivo, ha richiesto all’interessato la somma di €1500,oo. Il fratello, interpellato, ha risposto con una mail che pubblichiamo e tra l’altro, per inciso, il fratello non fa più parte della Loggia Acacia, per sua scelta, e riveste ancora il grado di compagno.

In definitiva, non solo li abbiamo letteralmente “ripuliti” dalla discarica esistente nei locali ove è allocato il Tempio, non solo li abbiamo “civilizzati” dimostrandogli ed insegnandogli a come si vive tra persone civili arredando i locali ed il Tempio con mobili di antiquariato da noi scelti ed acquistati con l’apporto del 50% da parte dell’Acacia e del 50% dal Tommaso Capoccia, ma mai avremmo pensato che giungessero a tali bassezze. Ma, come si dice: “tutti i nodi vengono al pettine” ed a settembre, alla ripresa dell’attività giudiziaria, se non saranno esaudite le nostre sacrosante e giuste richieste, il Gran Maestro Tommaso Capoccia ed il Gran Maestro aggiunto, Gran Tesoriere e Gran Segretario, insomma come al solito sempre “Gran” (ma Grande di che? Forse hanno preso per buono le parole inviategli nella risposta alle sue lettere quando abbandonammo l’obbedienza?), ne renderanno conto in tutte le sedi, civile e penale anche perché, malgrado le nostre ripetute richieste, non ci sono ancora stati restituiti i documenti sensibili dei componenti la Loggia Acacia.

Non essendo un’ipocrita ed abituato a dire, sempre, ciò che penso in quanto mi ritengo un uomo libero ed autentico massone, non credo sia il caso porgere il T.F.A. a questi due personaggi che tutto dimostrano, con il loro comportamento, tranne che essere dei veri massoni. Da recenti informazioni risulta, che in altra obbedienza, un “Gran”, Tommaso Capoccia,  è stato espulso il 2 novembre 2007 e l’obbedienza “Antichi Massoni d’Italia” disciolta e confluita nel “Grande Oriente Italiano” Obbedienza piazza del Gesù, mentre l’altro “Gran” in altra data, è stato espulso anch’egli e questo, in una massoneria che si ritenga veramente tale, ha un suo preciso significato. Non solo!

Ma con decreto del Sovrano Gran Commendatore del Rito F.llo Antonino Juvara di Selve, il Tommaso Capoccia e il Supremo Consiglio del Rito incappano nella Vera Giustizia Massonica, il quale testualmente recita: “che da parte della Gran Maestranza, degli Ufficiali e Dignitari della Serenissima Gran Loggia degli Antichi Massoni d’Italia è stato attuato un comportamento antimassonico e contrario alle leggi, ai regolamenti ed agli statuti del Rito, con evidente non considerazione e disprezzo manifestati nella persona del Sovrano e del Supremo Consiglio, dallo stesso presieduto e rappresentato

ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO

Con decorrenza immediata, il Supremo Consiglio è sciolto ed il R:.S:.A:.A:. nonchè il Rito M:.U:.R:.E:. vengono revocati.

…omissis …

Il comportamento del Gran Maestro, degli Ufficiali e Dignitari di Loggia viene deplorato e giudicato indegno.

Ogni delega viene revocata.

A far data dal presente decreto, dichiariamo che la Nostra Persona non intende avere più rapporto alcuno di carattere massonico con i membri della Serenissima Gran Loggia degli Antichi Massoni d’Italia.

ALLO ZENITH DI ROMA, 24 OTTOBRE 2006 E:.V:.”.

Ad oggi, è forse cambiato qualcosa? Sicuramente no perchè i personaggi sono sempre gli stessi, ed i comportamenti anche. E comunque, ci piace riconoscerci sempre nel tronco della vedova!

Pasquale A. Di Todaro

sommario della prossima puntata: pubblicazione di ulteriore documentazione pervenutami in forma anonima dalla città di Cosenza ed  il cui contenuto è stato verificato e corrisponde al vero. 

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