Ennesima boutade del ‘cittadino’ Lannutti che incita all’odio verso i massoni pur di dimostrare che politicamente ‘esiste’

                                            servizio a cura di: Pasquale A. Di Todaro presidente Confederazione “Concilium Maximum”

Roma – La Confederazione massonica “Concilium Maximum”, composta da numerose Obbedienze italiane e straniere, ha dato incarico ad un pool di legali (avv. Luciano Randazzo, avv. Carlo Stancampiano, avv. PasqualFabrizio Fràncica Mayo di Panaia) di verificare gli aspetti Costituzionali, civili e penali del disegno di legge n.364 a prima firma del sen.Elio Lannutti del M5S che, scimmiottando la famosa legge Anselmi, incita gli italiani all’odio contro i massoni in spregio alle più elementari norme costituzionali che tutelano le associazioni.

Nel ddl, il ‘cittadino’ Lannutti (lo citeremo con questo nome in quanto i grillini si sono definiti sempre “cittadini” e non onorevoli o senatori), chiede che vengano modificate e ampliate alcune norme della legge già esistente ma, quello che più è grave, egli non riesce a distinguere la mafia dalla massoneria che nulla hanno a che vedere fra loro in quanto la mafia, com’è ovvio, non è un’associazione riconosciuta in base all’art.18 della Costituzione; non riesce a distinguere, forse in malafede, che non risponde a verità che gli iniziati non conoscano i gradi ricoperti dai fratelli della loggia e che non conoscano neanche i loro nomi.

Ma le stesse norme previste nel ddl, potrebbero essere anche applicate ai sacerdoti in quanto giurano  obbedienza ad uno Stato straniero (Vaticano) ma rispettano, o almeno dovrebbero, rispettare le leggi dello Stato italiano. E si potrebbe continuare all’infinito coinvolgendo anche i partiti ed i loro “associati” riguardo al reato di proselitismo che il ddl prevede.

Ma prima di dare incarico agli uffici preposti di preparare il ddl dando indicazioni su ciò che dovrà contenere, non sarebbe stato meglio che il ‘cittadino’ Lannutti si fosse documentato? Infatti, l’art.18 della Costituzione già prevede il divieto di iscrizione ad associazioni o partiti di particolari categorie, come ad esempio, i magistrati, i militari ed altri dirigenti della Pubblica Amministrazione.

Ed allora, a cosa mira questo ddl del ‘cittadino’ in oggetto? Semplicemente a far vedere che, politicamente, il “cittadino” Lannutti esiste ancora e non è nuovo ad intraprendere iniziative apparentemente clamorose, pur di guadagnare le prime pagine sui quotidiani. Non bisogna dimenticare poi, che il ‘cittadino’ in questione è noto per il cosiddetto “salto della quaglia”. (1)

Inizia la sua carriera “sparando” contro le banche quando militava nell’Italia dei Valori dell’inquisitore Di Pietro, ha militato nell’ADUSBEF di cui, tuttora, è presidente onorario e che costituisce, pare, il suo bacino elettorale, per poi riciclarsi con il movimento cinque stelle alla scomparsa dell’Italia dei Valori dalla scena politica italiana. Sicuramente, è un ‘cittadino’ “attaccato” alla poltrona e, cosa che non guasta, anche ai soldini perché percettore di una pensione da impiegato di banca a cui aggiunge il lauto compenso da ‘cittadino senatore’  lautamente pagato dai contribuenti italiani, a cui bisogna aggiungere l’emolumento per le eventuali cariche che potrebbe ricoprire in una commissione parlamentare. Ma la sua ‘carriera’ politica con il M5S, è iniziata con una condanna del Tribunale di Terni per aver diffamato Bankitalia (2) senza che il movimento cui aderisce, spiaccichi parola. Bella la vita eh?

Egli basa tutto il suo ddl, sull’esistenza di logge segrete che tra l’altro la legge esistente già

GOFFREDO MAMELI

GIUSEPPE GARIBALDI

vieta e sul giuramento all’Obbedienza da parte degli iniziati. Egli ignora, però, o fa finta di ignorare, che è cosa ben peggiore, che la promessa che l’iniziato assume nei confronti dell’Obbedienza e dei suoi fratelli, contiene anche la promessa che così recita “… Prometto di mantenermi e conservarmi sempre onesto, solerte e benemerito ‘cittadino’, ossequioso alle Leggi dello Stato, amico, membro della mia Famiglia e Massone, per combattere sempre il vizio e propugnare la Virtù…”.

Quindi, caro ‘cittadino’ a cosa serve la sua uscita? A darsi visibilità momentanea sicuramente. E’ la stessa “tattica” che ha usato l’on.Fiano del PD nella scorsa legislatura dove ha basato tutto il suo impegno parlamentare, a tentare di delegittimare i partiti di destra con la caccia ai fascisti che, nell’anno tremila, non hanno più ragione di essere e si è visto, il 4 marzo scorso alle elezioni politiche, il risultato, dove il PD è sull’orlo dell’estinzione. Non è un bel viatico per il partito in cui milita, per ora, il ‘cittadino’ in oggetto.

 

(1)    Storia politica del “cittadino” Elio Lannutti ripreso da wekepedia:

Nel 2001 si candida alle elezioni politiche con l’Italia dei valori senza essere eletto e poi rompe con Antonio Di Pietro.

Nel 2006 si candida alla Camera dei Deputati come indipendente nelle liste abruzzesi della Federazione dei Verdi, senza essere eletto. A ottobre dello stesso anno diventa presidente del Comitato Emas-Ecolabel per il triennio 2006-2009. Da dicembre 2007 al 2008 è componente del comitato Fondi Dormienti delle banche.

Nel 2008 viene candidato al Senato come capolista dell’Italia dei Valori in Veneto: eletto, diventa membro della 6ª Commissione permanente (Finanze e Tesoro), della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale (Enti Gestori), della Commissione Speciale per il controllo dei prezzi, e della delegazione Nato. Si impegna, in particolare, per l’approvazione della legge che regola la class action. L’attività parlamentare di Lannutti è stata da lui stesso raccolta in saggi editi a novembre 2008, luglio 2009 e febbraio 2010.

Nel corso del 2011 diventa critico nei confronti della linea politica espressa dal leader IdV Antonio Di Pietro, in particolare verso gli attacchi al capo dello Stato Giorgio Napolitano, (“di certo non mi ricandiderò con Di Pietro”, dichiara a L’Espresso nel novembre del 2012), e a dicembre 2012 lascia il gruppo parlamentare dell’IDV per iscriversi al gruppo misto per la componente Unione Democratica Consumatori.

Il 3 aprile 2014 si iscrive al Movimento 5 Stelle, da lui definito come “la speranza di questo paese”.

Alle elezioni politiche del 2018 è nuovamente eletto al Senato della Repubblica, in regione Lazio, come capolista del Movimento 5 Stelle (collegio plurinomiale Lazio-2).

(2)    Secondo il giudice monocratico del Tribunale di Terni, Elio Lannutti, appena eletto senatore nelle fila del Movimento 5 stelle ed ex presidente dell’associazione consumatori, ADUSBEF, ha diffamato la Banca d’Italia. Per questo lo ha condannato a un’ammenda di 20 mila euro e al risarcimento delle spese processuali sostenute dalla Banca d’Italia. Che, curiosamente, era difesa dall’avvocato Claudio Consolo, candidato per il Movimento 5 stelle al Senato nel collegio uninominale dove è stata eletta Emma Bonino.

Secondo il giudice di Terni Lannutti ha leso l’immagine della Banca d’Italia con post pubblicati su Facebook e su Twitter e attraverso una intervista rilasciata a “Striscia la notizia” in cui egli  criticava l’attribuzione di  carte di credito con un plafond mensile da 7.500 a 10.000 euro a circa un migliaio di dirigenti.

La notizia è vera, quel che ha contestato il giudice è che essa è stata accompagnata da espressione colorite e d’impatto. “Si da ad intendere – scrive il giudice – che ogni dipendente della Banca d’Italia in possesso della carta possa spendere tutto il plafond a disposizione ogni mese.”

Il giudice ha contestato anche i commenti in calce perché “violano i limiti della continenza” e sottolinea espressioni che sono state usate come “Banditi d’Italia”  e “maiali”.

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