Presentati a Prato due volumi sul Risorgimento e la Massoneria

Nella foto (da sinistra): Andrea Giaconi, Guglielmo Adilardi, Stefano Bisi e Fulvio Conti.

PRATO – Nell’Aula Magna del Polo Universitario pratese si è svolto l’ultimo incontro delle Letture del Risorgimento organizzato dal Comitato Pratese per la Promozione dei Valori Risorgimentali con la presentazione di due volumi, incentrati sulla massoneria: Firenze Massonica. Il libro matricola della Loggia Concordia, del prof. Fulvio Conti, docente presso la facoltà di Scienze Politiche dell’ateneo fiorentino, eFerdinando Martini, l’uomo, il politico, il letterato dello studioso pratese Guglielmo Adilardi in collaborazione con Carlotta Lenzi Iacomelli.

«Il nostro incontro verte su una dei principali temi e filoni del Risorgimento e dell’Italia post-unitaria, ovvero la massoneria – ha detto nella sua introduzione il segretario del Comitato organizzatore Andrea Giaconi -. Anzi, della massoneria furono propri i valori stessi del Risorgimento quali quelli di unità, di libertà, di democrazia. Certamente alla fratellanza massonica appartennero alcuni dei principali protagonisti, in primis, del Risorgimento nazionale ma soprattutto, del Risorgimento pratese. Non fosse altro per Giuseppe Mazzoni, triumviro toscano nel 1849, Gran Maestro della Massoneria dal 1871 al 1880 e, soprattutto, pratese, il cui monumento (non solo fisico ma anche morale) è posto a simbolo del nostro Comitato».

«Può sembrare non chiaro, soprattutto in tempi di revisione delle amministrazioni provinciali, il motivo per cui un Comitato Pratese celebri una loggia fiorentina e, un personaggio pistoiese (seppur di Monsummano ma sempre pistoiese). Certamente tutti i municipalismi si sciolgono dinnanzi all’afflato di unità nazionale che tali singoli personaggi seppero infondere alla storia italiana. Ma, più concretamente, sia la Loggia Concordia sia Ferdinando Martini hanno legami e solidi, con la Prato postounitaria  che fu figlia di quel processo risorgimentale il quale sarebbe poi divenuto, per la città del telaio, processo di sviluppo industriale, nell’epoca umbertina e, successivamente, giolittiana».

Per sciogliere qualsiasi dubbio basti scorrere il libro matricola della Loggia Concordia. E allora troveremo i nomi di coloro i quali, sotto la tutela e con gli auspici di Giuseppe Mazzoni, furono i fondatori della prima loggia pratese (la Intelligenza e Lavoro, la cui nascita risale al 27 giugno 1876): Giovanni Paoli, Demostene Chiappelli, Antonio Martini, Dario Ricci, Luigi Del Naia e quel Ferdinando Nistri che sarà tra gli attori principali della Prato postunitaria con la nascita delle prime forme di stampa periodica pratese (L’Eco del Bisenzio, il Fieramosca) e con la direzione delle scuole comunali.

Furono questi patrioti pratesi che, dalla Loggia Concordia, seppero esportare i valori risorgimentali e caratterizzare in tal senso la vita politico-sociale della Prato città. E di pratesi affiliati alla Concordia ce ne sarebbero altri che hanno influito nel male ma soprattutto nel bene sulla nostra storia (si pensi a Luigi Tomellini, medico-chirurgo, primario in chirurgia all’Ospedale della Misericordia e Dolce e fautore di una fondamentale ammodernamento del nosocomio pratese).

Lo stesso discorso vale per l’uomo, il politico e il letterato Ferdinando Martini, tutore della cultura che nasceva a Prato. Infatti proprio Martini, nel 1879, ebbe l’iniziativa di pubblicare le poesie di un oscuro studente del Convitto Nazionale Cicognini: le poesie erano il Primo Vere e l’oscuro studente era Gabriele D’Annunzio. Ma i rapporti del fratello Martini con Prato non si interruppero qui. Basti pensare ai numerosi scambi di opinioni sul risveglio del teatro nazionale avuti con un grande pratese e massone, ovvero, con Giuseppe Meoni, dal 1919, Gran Maestro Aggiunto della Massoneria di Palazzo Giustiniani. Un Maestro di vera libertà, il Meoni, che seppe lottare fino alla morte contro un regime dittatoriale quale quello fascista, per quegli stessi valori di libertà e democrazia che uniscono Risorgimento, Resistenza e Costituzione.

L’incontro è stato condotto e moderato da Stefano Bisi, giornalista (direttore responsabile del Corriere di Siena) e scrittore, presidente circoscrizionale del Grande Oriente d’Italia in Toscana. «Prato – ha sottolineato Bisi nel suo intervento – è conosciuta nel mondo per la sua industria e per l’operosità della sua gente, ma spesso ci si dimentica dei personaggi a cui Prato ha dato i natali, come appunto Giuseppe Mazzoni ed anche quel Giuseppe Meoni a cui i giornalisti italiani devono il loro primo contratto nazionale di lavoro».

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