La loggia “Pasquale Giovanni Francica” ha ricordato, in una suggestiva tornata, il Gran Maestro Gioacchino Murat

servizio a cura di: Pasquale A. Di Todaro

Pizzo – Si è svolta nei giorni scorsi la tornata della Loggia Pasquale Giovanni

Gioacchino Murat

Francica. La tornata si è svolta in una cornice molto suggestiva dove il Sovrano Gran Commendatore del R:.S:.A:.A:. ha ricevuto gli ospiti provenienti da varie parti d’Italia e dall’estero ed ha ricordato che il Re Gioacchino Murat avrebbe avuto intenzione di sbarcare in Calabria e precisamente a Pizzo, onde raggiungere la storica Loggia carbonara di Monteleone che gli avrebbe permesso di riconquistare il Regno di Napoli.

Il Maestro Venerabile ha ricordato il progetto di Murat con queste parole: “I vili traditori ed i nemici dei principi illuministici, napoleonici e al tempo stesso massonici, non hanno permesso poco più di due secoli fa al nostro passato Gran Maestro Gioacchino Murat, di ridare i lumi al nostro Regno, e prodigarsi insieme ai nostri Padri Frammassoni a concretizzare anticipatamente l’agognata Unità d’Italia”. Queste le parole pronunciate nella sede storica vibonese del 1720 ove fu iniziato alla Carboneria Michele Morelli nel 1805 e da dove, nel 1810, passò Murat e successivamente nel 1860, venne ricevuto Giuseppe Garibaldi e, per l’occasione, il Maestro Venerabile Pasqualfabrizio Alessandro Augusto Francica Mayo di Panaja, ha introdotto un quadro di Gioacchino Murat il quale, oltre ad essere stato Re del Regno di Napoli e successivamente divenuto delle due Sicilie, è stato anche Gran Maestro della Massoneria italiana sotto il nome di Grande Oriente Napolitano e dal quale ha discendenza storica l’obbedienza cui fa capo la Loggia Francica.

la fucilazione di Gioacchino Murat

Il Sovrano Gran Commendatore del R:.S:.A:.A:., ha introdotto nel tempio storico anche un cimelio lasciato proprio da Murat durante la sua visita a Monteleone, che è stato fatto circolare tra tutti i fratelli presenti.

La tornata è proseguita con alcuni cenni storici enunciati dal Maestro Venerabile che, per coincidenza, la commemorazione di Gioacchino Murat, a distanza di 204 anni

dalla sua morte, è coinciso con l’uccisione mediante rogo dell’ultimo Gran Maestro dei Templari. il Maestro Venerabile ha continuato “La morte del nostro Gran Maestro Murat, non deve significare nè un rimpianto di passati governi, nè l’ostilità verso quelli succedutisi: questo nostro momento deve solo rappresentare l’immortalità dei valori che ognuno di noi ha il dovere di saper trasmettere alle future generazioni, affinchè i nomi dei personaggi che hanno dato vita alla nostra amata Patria Unita, non svaniscano in fredde targhe di piazze o di vie urbane, ma siano modello indiscusso per la sana amministrazione della cosa pubblica per il miglior benessere dei nostri cittadini”.

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